Collocamento paritario: evitato al padre il pagamento di un assegno di mantenimento per i minori nonostante l'evidente disparità economica tra i coniugi.
- Giorgia Persoglia
- 29 mag 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Il caso.
Maturata la decisione di volersi separare, la moglie proponeva al marito di definire consensualmente la vertenza alle seguenti condizioni: (a) collocamento prevalente dei figli minori presso la madre, con assegnazione dell'abitazione coniugale a quest'ultima; (b) corresponsione di un assegno di mantenimento per i minori di € 400,00 mensili, oltre al 50% delle spese straordinarie; (c) 100% dell'Assegno unico universale alla madre; (d) versamento di un assegno per il mantenimento della moglie pari ad € 100,00 mensili.
Orbene, dopo brevi trattative, il padre, assisistito dalla sottoscritta, proponeva ed otteneva la separazione a condizioni di gran lunga più vantaggiose, facendo leva su un duplice aspetto: da un lato, la possibilità di optare per il collocamento paritario dei minori, potendo egli tenere con sé i figli lo stesso tempo della madre; dall'altro, la giovane età della moglie che, in ragione della predetta modalità di collocamento e della propria piena capacità lavorativa, ben avrebbe potuto repire un'occupazione full time che le consentisse di ridurre il gap economico sussistente tra i coniugi.
La strategia si rivelava vincente: i figli, infatti, saranno collocati in modo paritario ed il padre, provvedendo esclusivamente al loro mantenimento diretto, non dovrà corrispondere un assegno di mantenimento né per i minori, né per la moglie, a cui è stato riconosciuto esclusivamente di trattenere il 100% dell'assegno unico universale.
Inutile dire che, nel caso in cui sia concretamente praticabile, il collocamento paritario, oltre ad assicurare il diritto alla bigenitorialità dei figli, consente altresì la creazione di un giusto equilibrio economico-patrimoniale tra i genitori!

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